Eccidio dei Vigili Urbani di Barletta-UNIMRI - Unione Nazionale Insigniti Ordine al Merito della Repubblica Italiana

Eccidio dei Vigili Urbani di Barletta

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12 settembre 1943

L’eccidio di Barletta
10 Vigili Urbani e 2 Netturbini
furono fucilati dai tedeschi

Da Wikipedia e BarlettaViva

 

L'eccidio di Barletta fu una seccidio_barlettatrage compiuta dai nazisti il 12 settembre 1943 a Barletta, come vendetta per l'armistizio che l'Italia aveva firmato con gli alleati pochi giorni prima.

eccidio_barletta_6Il 3 settembre 1943 l'Italia firma l'armistizio con gli Alleati, che sarà reso pubblico solo cinque giorni dopo, l'8 settembre.

Nel frattempo, per le giornate del 9 e 10 settembre regna il caos tra le truppe italiane che non sanno come comportarsi con gli angloamericani e con i tedeschi.

Alla fine si deciderà di aiutare gli angloamericani e di combattere contro i nazisti che, sentendosi traditi, risponderanno con vari massacri di militari disarmati e civili per tutta la durata dell'occupazione della penisola italiana.


L'eccidio

eccidio_barletta2L'11 settembre a Barletta erano di stanza oltre tremila italiani, tra ufficiali e soldati, appartenenti al 15º reggimento costiero ed ai reparti di fanteria, artiglieria, e marina.

L'incertezza e la confusione che segnarono le giornate del 9 e 10 settembre, vennero spazzate via nelle prime ore dell'11 quando, dal comando territoriale del IX Corpo d'Armata, giunse un fonogramma che ordinava di "considerare le truppe germaniche come truppe nemiche et agire di conseguenza".
 

Le parole del generale Caruso accesero la resistenza delle milizie italiane che durante tutta la mattinata dell'11 settembre lottarono strenuamente per impedire ai tedeschi d'impadronirsi del Deposito Misto Egeo.

 

eccidio_barletta5Mentre attorno alla città si verificavano questi scontri all'interno dell'abitato iniziava il dramma che avrebbe determinato il massacro del giorno seguente: due motocarrozzette porta ordini tedesche cadono in un'imboscata nei pressi di Piazza Roma (oggi Piazza A. Moro). Due soldati tedeschi restano uccisi.

La reazione tedesca all'evento fu incontenibile. Con violenza spietata, colpendo senza il minimo scrupolo obiettivi civili e militari, le truppe nemiche piegarono la resistenza della città, entrarono nel centro abitato con 400 uomini della divisione "Goering" ed un reparto di SS, guidate dal capitano Brunn.





 

eccidio_barletta3Le direttive dell'alto comando tedesco imponevano di riportare l'ordine e per farlo occorreva un esempio: un manipolo di soldati tedeschi fu incaricato di scovare i responsabili della morte dei portaordini di Piazza Roma, tre si recarono presso l'Ufficio Centrale dei Vigili urbani, in Via Vecchia Cappuccini n. 2, oggi via Renato Coletta, probabilmente convinti che lì qualcuno conoscesse i nomi dei responsabili.

Il maresciallo dei vigili, Francesco Capuano, prima che i tre tedeschi facessero il loro ingresso, ordinò ai suoi uomini di liberarsi delle pistole di ordinanza per evitare qualsiasi rappresaglia. Gli undici vigili e i due netturbini presenti, furono fatti uscire e condotti al monumento dei caduti, dove erano presenti altri soldati che bloccavano ogni via d'accesso.


 

eccidio_barletta7I prigionieri furono fatti disporre lungo il lato sinistro dell'Ufficio Postale, quindi fu sparata la prima raffica di colpi.

Feriti in modo più o meno grave, i tredici martiri, si strinsero l'uno all'altro per cercare una futile protezione, ma seconda raffica di colpi non lasciò superstiti, almeno in apparenza. Sotto il cumulo di cadaveri, infatti, il giovane vigile urbano aggiunto Francesco Paolo Falconetti, era ancora vivo, ferito e coperto dagli altri corpi. Ad accorgersene fu una donna, Addolorata Sardella, che aiutata da altre persone, riuscì a portare al sicuro il ferito. Antonio Falconetti, Pasquale Del Re, Luigi Iurilli, Michele Spera, Gioacchino Torre, Nicola Cassatella, Luigi Gallo, Pasquale Guaglione, Vincenzo Paolillo, Francesco Gazia, Savino Monteverde, Michele Forte persero la vita.

L'episodio di Barletta fu il primo eccidio per rappresaglia che i tedeschi misero in atto, nel nostro Paese, subito dopo l'armistizio. I segni di quel giorno sono ancora visibili, nel muro sinistro dell'Ufficio Postale: i buchi lasciati dai proiettili, infatti, non sono mai stati ricoperti a perenne ricordo di quel tragico avvenimento.





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