Fortunato BONIFAZI-UNIMRI - Unione Nazionale Insigniti Ordine al Merito della Repubblica Italiana

Fortunato BONIFAZI

Brigadiere dei Vigili del Fuoco

Fortunato BONIFAZI

di Roberto DIOTTASI - dal sito 
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BonifaziNasce in Civitavecchia il 23 marzo 1880. Con gli anni diventa Vigile del Fuoco e da subito è apprezzato per le sue capacità operative. Durante il terribile terremoto di Avezzano e della Marsica del 13 gennaio 1915, è tra gli uomini che il comune di Civitavecchia invia per portare soccorso alle popolazioni di Veroli (FR).

Muore a soli 38 anni il 3 giugno 1918 durante le operazioni  di spegnimento di due motoscafi siluranti ormeggiati nella darsena del porto. Per meglio intervenire dovette esporre il suo corpo che venne colpito alla gola da una scheggia proiettata da una esplosione.

Per il suo esemplare comportamento fu insignito della medaglia d’oro al valor civile concessa dalla Marina Militare. Di seguito, il rapporto d’intervento del Comandante Giorgio Mattei che descrive quei tragici momenti (tratto dalle memorie del Comandante in seconda Cav. Giulio Cesare Guglielmotti nel libro I primi cinquant’anni della Compagnia dei Vigili del Fuoco di Civitavecchia):

01_VV.FF.“Il 3 giugno 1918 appena iniziata la gloriosa difesa del Piave che doveva precedere  la fine della guerra con la vittoria, la Capitaneria del Porto avvertiva i Vigili di un incendio manifestatosi a bordo di due motoscafi ancorati nel bacino della darsena. Accorsero immediatamente con pompe e attrezzi, e iniziarono la manovra di spegnimento e d’isolamento; meglio sarebbe stato prendere il provvedimento di far colare a picco le due piccole navi cariche di esplosivi ma si pensò di poterle salvare estinguendo l’incendio e di poter proteggere dalle fiamme i sacchi carichi di merci attraccati alla banchina, e i vigili iniziarono la loro opera; ma sventuratamente il fuoco si appiccò alla Santabarbara di uno dei due motoscafi si incendiarono le polveri e i proiettili e il povero brigadiere Bonifazi Fortunato, che valorosamente impavido e fermo restava al suo posto, fu colpito alla gola da una scheggia di granata e cadde fulminato al suolo, vittima del proprio dovere, esempio di sacrificio e di abnegazione.

I motoscafi saltarono e poi si inabissarono nel mare. Il Comandante Mattei inviava al Municipio il seguente rapporto che è la più bella pagina della storia dei nostri Vigili e che formerà per sempre l’orgoglio della nostra Città.

“L’anno millenovecentodiciotto il giorno quattro del mese di giugno alle ore quindici presso la sede del Comando suddetto.

Premesso che la sera del tre corrente alle ore venti chiamati telefonicamente i Vigili del Fuoco, in seguito ad incendio sviluppatosi su due motoscafi antisommergibili (M.A.S.) ancorati nella vecchia darsena del porto, accorsero muniti di pompe ed attrezzi per prestare la loro opera.

Poiché la darsena era completamente sgombra per il pericolo di esplosione delle munizioni contenute a bordo delle due navi incendiate, i Vigili percorrendo la via soprastante la darsena che conduce al Lazzaretto giungevano in un punto, riparato da alto parapetto, proprio al di sopra, all’altezza di circa venti metri, dei due motoscafi e di numerosi galleggianti in gran parte carichi di derrate alimentari e di combustibili.

Il Comando diede le opportune disposizioni per tentare di circoscrivere il fuoco e salvaguardare i galleggianti (chiatte) ancorate proprio a fianco dei motoscafi.

All’uopo furono armate le pompe e gli altri mezzi a disposizione del Corpo.

Il Brigadiere Bonifazi Fortunato era salito sul parapetto del muro prospicente la darsena, e tenendosi carponi attendeva a gettare acqua sui galleggianti, che per effetto del continuo lancio di materie infiammate minacciavano di incendiarsi.

Trascorso breve tempo, dai due motoscafi incominciavano a udirsi detonazioni, dapprima lievi e poi man mano più forti, il che dimostra l’accensione delle munizioni in essi contenute.

Il Comando, allo scopo di evitare sinistri e prevedendo che le esplosioni avrebbero aumentato d’intensità, invitò più volte il Brigadiere Bonifazi a togliersi dalla posizione in cui trovavasi, che per quanto sufficientemente sicura, presentava qualche probabilità di pericolo, ed a ricoverarsi in luogo più riparato, sospendendo l’opera d’isolamento alla quale si era accinto salvo riprenderla appena possibile. Il Bonifazi spinto dal sentimento altissimo del suo dovere e dall’impulso dimostrato in tante altre circostanze in cui diede non dubbie prove di sprezzo del pericolo, volle rimanere fermo a quel posto, rispondendo continuamente con le testuali parole: “Permetta Comandante che compia intero il mio dovere”.

Poco dopo una scheggia di proiettile colpiva alla gola l’eroico Brigadiere togliendogli miseramente la vita, appena giunto nel Civico Ospedale.

Si fa risalire quanto sopra a perenne ricordo del Brigadiere BONIFAZI Fortunato, che nell’adempimento del suo dovere, spinto fino al sacrificio, lasciava la vita dando nobile esempio di sé stesso. Ogni parola che si aggiungesse, diminuirebbe l’alta poetata di questo estremo sacrificio, di tanta abnegazione, di così elevato sentimento del dovere.

vigifuoUna parte della Caserma fu ridotta a camera ardente e la popolazione commossa ed ammirata, per due giorni continui si recò a deporre fiori sulla salma compianta. Il Regio Commissario invitò, con apposito manifesto, la popolazione tutta a rendere l’estremo omaggio all’eroico Pompiere.

Mai trasporto funebre fu più solenne e più commovente.

Autorità, rappresentanze di Corpi Armati e l’intera popolazione seguirono mestamente il feretro. Parlò iil Regio Commissario sulla vita privata esemplare e sullo stato di servizio del prode Bonifazi concludendo:

“Esempio incomparabile di coraggio e di abnegazione, il suo nome rimarrà scolpito nel cuore dei cittadini tutti e dei commilitoni che in lui apprezzarono le doti e le virtù di cittadino e di milite di questo benemerito Corpo di Vigili. Valga questa manifestazione di numeroso popolo a lenire l’immenso dolore, che il sacrificio di questa giovane vita ha procurato alla desolata famigli.

Parlò anche L’Ufficiale Onorario Guglielmotti per porgere a nome dei superiori e dei compagni l’estremo saluto al primo martire del dovere di questa nostra Istituzione.

La salma fu sepolta nel colombaio dei vigili.

Con decreto Luogotenenziale17 novembre 1918, fu conferita alla sua memoria la Medaglia d’Oro al valor civile e fu inviata al Comune l’insegna, assieme al brevetto dell’altissima sovrana concessione.

Per circostanze diverse, non prima di oggi, in cui si festeggia il cinquantenario dei Vigili di Civitavecchia, si poté consegnare alla famiglia Bonifazi la medaglia d’oro ma oggi il Corpo adempie al suo dovere eseguendo l’incarico colla maggiore solennità e oggi stesso viene scoperta una lapide scolpita nel marmo affissa nelle mura della caserma, colla seguente epigrafe:

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